Scuola Viva ha identificato tre parole chiave intorno alle quali ruota il proprio progetto: comunicazione, relazione e partecipazione. Tre tappe di un percorso che consenta all’utente, bambino, adolescente o giovane, di far emergere le proprie risorse, apprendere nuove autonomie ed accrescere l’autostima, manifestando emozioni, utilizzando l’apparato sensoriale, cognitivo e motorio, realizzando un contatto significativo con gli animali. La costruzione di un’empatia con gli animali, che diventa particolarmente significativa nel caso di persone con difficoltà relazionali e comunicative (disabilità cognitive, minorazioni sensoriali, disturbi dello spettro autistico).
La comunicazione con l’animale (cavallo o asino) è alla base di tutto. Una comunicazione fatta soprattutto di esperienze sensoriali e di rispetto reciproco. Nel nostro modello di comunicazione con il cavallo, che ribalta quello tradizionale che vede l’uomo controllare solo con la forza gli animali e comunicare usando il linguaggio umano, vogliamo offrire la possibilità di stare e comunicare con questi splendidi animali, utilizzando il loro linguaggio e l’elevato sviluppo dei loro sensi, lavorando sul movimento del corpo, sul tono della voce, sull’equilibrio e la respirazione, creando anche dei momenti di puro relax godendo solo della reciproca vicinanza.
La relazione con l’animale è, nella nostra esperienza, un percorso lungo, che partendo da una buona comunicazione arriva alla costruzione di un rapporto di fiducia in grado di attivare le risorse di chi segue le nostre attività. Un percorso relazionale che si può completare nonostante le limitazioni cognitive, sensoriali, fisiche e sociali. Entrare in relazione con il “proprio” animale, prendersene cura, proiettare su di lui idee e fantasie, manifestare i propri stati emotivi, alleggerendo così il peso delle proprie fragilità e limiti, attiva nelle persone uno stato di benessere e salute. Con il termine partecipazione, infine, intendiamo proprio il “lavoro” che viene fatto quando si va o si sta con il cavallo. Prendersene cura, pulirlo, sellarlo, dargli da mangiare, consente agli utenti di lavorare sulla costruzione dello schema corporeo, di effettuare azioni in sequenza, di potenziare l’uso del linguaggio verbale se presente, o sviluppare il linguaggio non verbale, sollecitare la manualità fine, allungare i tempi di attenzione, entrando gradualmente in una stretta relazione corporea con l’animale. Montare a cavallo, non solo è un grande rinforzo per l’autostima, ma anche un’occasione per lavorare sull’equilibrio e la percezione del nostro corpo. Guidare il cavallo prevede una serie di azioni complesse che richiamano funzioni cognitive e motorie, emotive, sociali e di comportamento.