Un famoso filosofo tedesco, Hans-Georg Gadamer scriveva che “la cultura è l’unico bene che, quando viene distribuito, aumenta di valore”. Per essere fruibile e moltiplicare il suo effetto, però, un bene culturale deve essere raggiungibile, “accessibile” senza eccessive difficoltà.
Una accessibilità che può essere motoria, ma anche sensoriale e cognitiva.
L’Associazione Scuola Viva onlus è da sempre impegnata per dare sostanza a quel diritto alla cultura che tutti definiamo universale, ma che è difficile rendere tale, soprattutto per le persone con disabilità, creando dei reali momenti di accessibilità, delle esperienze concrete, alla ricerca di sensazioni, riflessioni ed emozioni.
Abbiamo incontrato il Dott Marcello Lucarelli, Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva al quale abbiamo chiesto quanto sia complessa la fruizione dell’arte da parte delle persone con disabilità, per le quali accedere a beni culturali non è sempre un’azione scontata e facilmente realizzabile, soprattutto in un periodo come l’attuale, segnato da una pandemia devastante.
“Prima che l’emergenza Covid-19 ci chiudesse, all’interno di Scuola Viva – proprio nel settore semiresidenziale per giovani e adulti con disabilità intellettiva – avevamo iniziato una piacevole esperienza, per noi e per i nostri utenti. Ci eravamo posti l’obiettivo di fornire alle persone con disabilità che frequentano questo Centro, l’opportunità di conoscere ed apprezzare l’offerta culturale che la città mette a disposizione.
Molti di loro sono poco abituati a questo tipo di esperienze e hanno potuto così supplire a questa carenza. Ma l’intenzione prioritaria era quella di superare il pregiudizio – presente un po’ anche in noi operatori, come nella popolazione in genere – che le persone con disabilità non abbiano sufficienti strumenti, soprattutto di tipo cognitivo-culturali, per accedere alla comprensione ed in particolare, al piacere correlato alla fruizione delle manifestazioni artistiche”.
Un pregiudizio purtroppo radicato nella società. Per rendere accessibile a tutti la cultura, i luoghi del sapere o il semplice godimento estetico dell’arte, è davvero necessario un cambio di rotta, una nuova consapevolezza, una diversa sensibilità. Un obiettivo che per Scuola Viva si è trasformato in un progetto.
“La risposta dei ‘ragazzi’ del settore semiresidenziale – ci ha confermato Marcello Lucarelli – è stata sorprendente: non solo erano motivati ed eccitati all’idea di partecipare alle ‘uscite’ dal Centro per entrare nel vivo della città, ma anche per aver preso parte alle diverse esperienze con attenzione ed autocontrollo davvero straordinari”.
Tante le esperienze culturali proposte dai terapisti e dagli operatori di Scuola Viva agli utenti del settore semiresidenziale. Hanno visitato mostre come quella sui pittori Francis Bacon (1909-1992) e Lucian Freud (1922-2011) al Chiostro del Bramante. Visitato musei come quello della Centrale Montemartini, una antica centrale termoelettrica nel quartiere Ostiense a Roma, dismessa ed adibita a secondo polo dei Musei Capitolini, con un allestimento caratterizzato dall’intreccio di archeologia classica ed archeologia industriale. Non è mancato il teatro, con la rappresentazione de “La fabbrica delle bambole” all’Eliseo ed infine il cinema, dove hanno potuto assistere alla visione di “Jojo Rabbit”, un interessante film che, come ha ricordato il regista Taika Waititi, “rappresenta un promemoria per ricordare che, specialmente adesso, dobbiamo educare i nostri figli alla tolleranza e continuare a ricordare a noi stessi che nel mondo non c’è spazio per l’odio”.
“In tutte queste occasioni – ha ricordato Marcello Lucarelli – anche l’atteggiamento degli organizzatori è stato particolarmente positivo e volto al superamento di qualunque ostacolo: non solo l’ingresso era agevolato e gratuito per le persone con particolari esigenze ed i loro accompagnatori, ma ci è sempre stata offerta la massima disponibilità per assistere ed accompagnare i nostri utenti, guidandoli nella comprensione dell’evento”.
Come dicevamo, però, una grossa fetta di potenziali beneficiari è esclusa dalla vita culturale, per cui la questione dell’accessibilità e della fruizione è una sfida essenziale per una società attenta ai bisogni del singolo individuo.
“In sostanza, riteniamo che far partecipare le persone con disabilità agli eventi culturali presenti sul territorio, non sia solo un passo importante verso la piena soddisfazione dei diritti delle persone, ma rappresenti un’occasione con valenze riabilitative speciali: in un contesto non conosciuto e con persone estranee, i nostri utenti erano chiamati ad attivare competenze interattive, verbali ed attentive, oltre che ad esercitare un notevole autocontrollo sulle loro difficoltà comportamentali.
Ovviamente – ha concluso Marcello Lucarelli – appena le condizioni ce lo permetteranno, riprenderemo le ‘uscite culturali’ per proseguire, coinvolgendo sempre più utenti, l’esperienza iniziata”.
Ripensare i luoghi dell’arte e della cultura, così da trovare nuovi modi per renderli accessibili e fruibili anche a coloro che convivono con una disabilità, può diventare, infine, soprattutto in questo momento, anche un’occasione per rilanciare l’economia del turismo culturale. Sviluppare i concetti di inclusività, di partecipazione, di condivisione. Comunicare adeguatamente i beni culturali, essere al servizio dell’utenza e provvedere ad identificare ed a soddisfare i bisogni espressi dai fruitori, specie laddove vi siano esigenze specifiche, è un obiettivo che non può essere trascurato. Perché “l’arte non può essere tale in sé, ma esiste solo se appartiene”. A tutti.
Contenuto di: Marcello Lucarelli – Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva