La EASPD, European Association of Service Providers for Persons with Disabilities, con sede a Brussels, ha recentemente organizzato una tavola rotonda in video conferenza sul tema del Coronavirus e i primi interventi per le persone con disabilità. Pubblichiamo il documento presentato a supporto del contributo del Dr. Fabrizio Fea, Vice Presidente EASPD e Direttore Sanitario dell’Associazione Scuola Viva onlus che illustra l’esperienza presso il nostro Centro di riabilitazione. In coda all’articolo è presente la registrazione video della tavola rotonda.
Vivendo giorno per giorno come al solito sembra che, a parte alcune differenze, non ci siano particolari cambiamenti. Tuttavia, una mattina si ha la sensazione che ci sia qualcosa di diverso. Nessun rumore dalla strada, silenzio assoluto. Uno stato di dormiveglia o.… cosa? Cosa sta succedendo?
Dalla radio informano che la città, e tutto il Paese, è stato bloccato, vi è in atto una pandemia. Un virus sconosciuto che arriva dall’Estremo Oriente, attraverso la Germania, sta uccidendo un gran numero di abitanti del Nord Italia, mentre altri sono ricoverati negli ospedali!
Il suo nome è COVID-19, della famiglia dei coronavirus. Non ne abbiamo mai sentito parlare prima … nessuna vaccinazione né terapia antivirale valida. Può addirittura verificarsi una grave polmonite interstiziale, in particolare per gli anziani con gravi malattie aggiuntive. Tuttavia, anche i giovani non ne sono esenti.
Gli unici suggerimenti validi per evitare l’infezione sono i seguenti:
- Lavarsi le mani con cura molto spesso;
- Nessun contatto fisico interpersonale, nemmeno una stretta di mano;
- Almeno un metro di distanza tra ogni persona;
- Non frequentare la folla;
- Non toccare gli occhi e non mettere le dita in bocca;
- Starnutire nella piega del gomito o usare un fazzoletto monouso
- L’uso della maschera è ancora molto controverso. Dovrebbe essere indossata dalla persona infetta.
Le ultime regole per l’intero Paese, lanciate dal Governo qualche giorno fa, forse un po’ tardive, sono davvero molto severe e vicine a soffocare la libertà individuale conquistata con la fine dei regimi totalitari:
- Rimanete a casa – L’ultimo leitmotiv in televisione, alla radio, sui media è “IO STO A CASA!”
- È possibile uscire di casa solo per motivi di salute o di lavoro. Non è possibile visitare gli amici a casa loro né avere ospiti.
- Un foglio da compilare e firmare per giustificare i vostri spostamenti è necessario se la polizia vi ferma
- Quasi impossibile attraversare i confini comunali, anche per andare all’aeroporto di Fiumicino, o prendere il treno
- Bar, ristoranti e qualsiasi attività commerciale, non già obbligatoriamente chiusi, devono chiudere alle 18:00
- Cinema, teatri, teatri dell’opera, centri fitness e sportivi, piscine, barbieri e altri numerosi negozi sono chiusi
- Niente feste, Santa Messa, matrimoni, funerali.
- Farmacie aperte, negozi di alimentari, supermercati, uffici postali e pochi altri.
Il Ministero della Salute ha inoltre lanciato su Internet un sito di utili FAQ sulle misure adottate per le persone con disabilità.
Nell’ambito del primo decreto governativo per la lotta al coronavirus, i centri di riabilitazione per persone con disabilità devono restare aperti, accogliendo i propri utenti. È pertanto fondamentale far collimare le norme di legge con le attività possibili per gli utenti ed i professionisti che lavorano nel Centro.
All’inizio scrissi una lettera alle Famiglie degli utenti spiegando che eravamo in regola con le norme, ma per ovvie ragioni non avrei potuto accettare l’ingresso di utenti con raffreddore o sintomi influenzali e/o tosse. Tramite un termo-scan per la temperatura corporea viene utilizzata non appena gli utenti arrivano al mattino presto (la linea di confine è data alla temperatura uguale a 37,5°).
Tutti i dipendenti ed i professionisti hanno ricevuto anche una lettera in cui sono state date le nuove regole per cambiare alcune delle loro abitudini.
Al giorno d’oggi, professionisti e dipendenti con responsabilità speciali sono stati iscritti in diverse comunità WhatsApp, a seconda delle attività che svolgono nel Centro e del gruppo a cui appartengono. Sotto questo punto di vista, sono stati creati i seguenti gruppi WhatsApp:
- Executive Top Management (Presidente, Direttore Sanitario, Responsabile del Sistema Qualità ed Operativo),
- Settore Semi-Residenziale (Medici, Psicologo, Coordinatori, Educatori Professionali),
- Gruppo di età evolutiva. (Medici, psicologo, assistente sociale, logopedista),
- Fisioterapista e reparto ambulatoriale (medici, responsabile dei fisioterapisti, psicologi, assistente sociale).
La responsabile dell’operatività ed io, in qualità di Direttore Sanitario, siamo su tutti i suddetti gruppi. Questa organizzazione permette a ai professionisti di essere sempre facilmente contattabili, condividendo ogni novità/informazione necessaria per attuare le scelte migliori durante i servizi quotidiani e l’aspetto operativo, soprattutto in questa situazione. D’altra parte, permette di mantenere i contatti con tutti i professionisti responsabili per qualsiasi direttiva, notizie da condividere con loro in modo più preciso. Inoltre, è stata creato un network operato con il sistema Zoom, con tutti i suoi vantaggi, per avere contatti agevoli con più professionisti e personale alla volta, contatto visivo e possibilità di riunioni allargate e videoconferenze, a seconda del numero di partecipanti richiesti.
Anche la disposizione degli utenti a tavola, finché il Centro è stato operativo con la mensa funzionante, è stata modificata per rispettare le distanze tra l’uno e l’altro (1 metro). I professionisti invece hanno pranzato nelle loro sale di lavoro, se non impegnati ad assistere gli utenti loro affidati.
Uno dei comportamenti più difficili da cambiare degli utenti, perché per loro giustamente poco comprensibile, è stato quello di eludere gli abbracci tra coetanei ed operatori.
Giorno dopo giorno le famiglie preferivano tenere i loro figli a casa. Su 80 utenti solo dieci hanno continuato a frequentare il Centro per ancora una settimana prima di avere assenze quasi complete in tutto il Centro.
Scuola Viva ha due dipartimenti principali. Quello che ho appena introdotto è il settore semi-residenziale per le persone con disabilità intellettiva. L’altra sezione principale è il settore ambulatoriale per persone con problematiche ortopediche complesse, infermità neurologiche degenerative, bambini con problemi di apprendimento e di linguaggio. Gli utenti vengono di solito per un’ora di trattamento con i fisioterapisti o con le logopediste, gestendo al meglio il rispetto delle regole anti-coronavirus. Anche in questo reparto il numero di utenti è diminuito, in particolare i bambini, che afferiscono al Centro per deficit di linguaggio in quanto i genitori erano abbastanza spaventati dalla crescente situazione di pericolo di contagio.
Infine, ma non meno importante, Scuola Viva ha anche utenti da trattare a domicilio, sono anziani o adulti con gravi patologie che non hanno la possibilità di recarsi al Centro. È importante essere sicuri che chi si prende cura di loro, badanti o caregiver familiare, sia esente da positività al coronavirus, anche se non sempre è facile da riconoscere, causa molti casi di soggetti asintomatici.
In conclusione, per avere il quadro completo del Centro a colpo d’occhio, ho tenuto separati i reparti, ognuno secondo le sue particolari esigenze, ma con le stesse regole igieniche e di sicurezza.
Un altro aspetto importante è stato quello di allestire un lavoro a distanza, il cosiddetto “smart working”, permettendo ai professionisti di svolgere parte del loro lavoro da casa, collegati via Internet al Centro. I professionisti hanno la possibilità di inserire i file dei loro utenti e di registrare tutto ciò che è necessario. Ogni professionista ha una password personale, riempie solo la propria sezione, ma può leggere l’intero file.
In questi ultimi giorni, gli utenti sono piuttosto pochi in entrambi i settori, in quanto il Governo prevede una prima sosta dopo quattordici giorni, considerando il periodo di incubazione del virus prima che diventi evidente. Speriamo che nessuno dei nostri utenti e professionisti sia affetto dal coronavirus, naturalmente. Purtroppo è ancora troppo presto per vedere la fine di questo tragico evento.
È molto utile tenere d’occhio i diversi decreti governativi e/o regionali, poiché giorno per giorno possono arrivare nuove regole ed avvertimenti che possono cambiare. Improvvisamente l’organizzazione deve adattarsi alle nuove richieste ed esigenze legali.
Detto questo, il Centro di Riabilitazione Scuola Viva è ancora aperto, a meno di nuove norme, e continuerà ad offrire supporto ed attività ai suoi utenti ed alle loro famiglie con lo stesso entusiasmo e impegno di sempre.
Dr. Fabrizio Fea