Il Centro di Riabilitazione Associazione Scuola Viva Onlus opera da moltissimi anni a Roma, portando avanti l’importante missione di promuovere, attraverso attività strutturate in un ambiente accogliente e stimolante, lo sviluppo delle risorse positive delle persone con disabilità intellettive e/o motorie. La Storia del Centro la racconta in questa intervista la Professoressa Serenella Pocek, Presidente dell’Associazione Scuola Viva Onlus, creatrice e memoria storica delle attività svolte in questo lungo e proficuo percorso del Centro al servizio dei cittadini.
Quali sono le radici di Scuola Viva?
Scuola Viva ha radici lontane. La data di nascita del metodo scolastico Scuola Viva è quella dell’ultimo scorcio del 1946, quando le istituzioni scolastiche ripresero a funzionare dopo la guerra. L’iniziativa di creare una scuola “viva”, cioè una scuola che formasse personalità libere e nella quale la conoscenza fosse una scoperta dell’alunno, costruita e assimilata, fu della Dottoressa Carmela Mungo, un’attiva pedagogista e direttrice didattica nata nel 1894, impegnata nello studio e nell’attuazione di nuove metodologie di insegnamento. Il sistema pedagogico da lei promosso era rivolto soprattutto alla realizzazione della personalità e degli interessi del bambino, alla conquista della sua autonomia, allo sviluppo delle sue capacità logiche e creative, ponendo il bambino stesso come soggetto attivo dell’apprendimento. Il metodo operava attraverso centri d’interesse che favorivano il realizzarsi di occupazioni sulle quali innestare le discipline scolastiche: esplorazione, teatro, biblioteca, lavori utili, attività espressive, attività pratiche, cure fisiche, notizie del giorno, stampa, assemblea, aiuto reciproco, attività di gruppo o cooperative; tutte attività che impegnavano il bambino a vario livello in relazione all’età ed alle capacità personali.
In che momento all'interno di questa metodologia è nata l'esigenza dell'inserimento di bambini con disabilità?
La definitiva affermazione del modello di Scuola Viva, ebbe luogo quando esso trovò autonoma realizzazione, a partire dal 1970, nella scuola privata di Pian due Torri, destinata a bambini dai 3 agli 11 anni. L’integrazione vera e propria è iniziata nel 1971: l’esigenza dell’integrazione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità, seguiva la constatazione delle carenze formative delle classi differenziali e delle scuole speciali; essa nasceva dall’intuizione che il processo di socializzazione tra soggetti di diverso grado di scolarizzazione fosse la fonte prima di ogni loro progresso fisico ed intellettuale. Successivamente, il Ministero della Sanità riconobbe, all’interno della scuola l’Istituto Medico Psicopedagogico, per fornire gratuitamente la formazione scolastica e l’assistenza terapeutica per dieci bambini con disabilità. All’epoca c’erano, quindi, 10 ragazzi con disabilità ed altri 160 alunni tra scuola materna e elementari.
Quando è iniziata la sua avventura con Scuola Viva?
Sono “approdata” a Scuola Viva per ragioni personali dopo aver visitato molte realtà a Roma. Era il 1972. Cercavo una scuola per mio figlio che aveva difficoltà di linguaggio e veniva descritto dalle sue maestre di allora come troppo irrequieto, perché, quando tutti erano seduti, lui si alzava e andava a suonare la pianola. Andrea era un bambino con dei problemi nato dopo un lungo travaglio. È entrato a Scuola Viva a 4 anni e ne è uscito solo alle medie per poi ritornarci con i laboratori del settore semiresidenziale. A Scuola Viva si veniva accolti in un ambiente stimolante, permeato dall’abitudine all’aiuto reciproco. Una Scuola dove era possibile un reale dibattito aperto tra genitori, insegnanti, educatori, terapisti, psicologi e medici.
Quella scuola di "differenziazione didattica", la formula con cui all'epoca si istituivano le sperimentazioni, oggi è diventata un importante Centro di Riabilitazione …
È vero, ma il percorso è stato lungo, difficile e non esente da ostacoli. L’Associazione Scuola Viva si costituì nel gennaio 1975 per fornire una veste giuridica all’iniziativa spontanea di alcuni genitori come me, che volevano realizzare una effettiva integrazione scolastica dei ragazzi con disabilità nell’ambito dell’originale sistema educativo. Il primo Presidente fu il Prof. Storniello, un medico dirigente del settore patologie del Forlanini, ed io ero la Vice Presidente. Per diventare un’associazione “riconosciuta” abbiamo però dovuto raggiungere il pareggio di bilancio e successivamente un patrimonio attivo, necessario alla realizzazione degli obiettivi statutari, ma, ripeto, seguendo un percorso duro, tortuoso ed oneroso. Ricordo che nella prima riunione nel 1972, i gestori di quel tempo ci dissero che la Scuola avrebbe chiuso i battenti entro pochi mesi poiché su di essa gravava un debito milionario con l’Inps. Allora fummo costretti a prendere in mano la situazione cercando di salvare questa esperienza educativa. Non ce la siamo sentiti di far fallire un modello di scuola che interveniva complessivamente verso il bambino portandone a sviluppare non solo gli aspetti cognitivi, ma l’insieme della sua personalità. Un insieme di intuizioni che risultano ancora innovative nella realtà scolastica moderna.
Cosa rimane ancora di quel modello e dell'esperienza originaria?
Moltissimo. A cominciare dall’ascolto come punto di partenza di Scuola Viva: senza imposizioni, lasciando la libertà. Ora come allora noi portiamo avanti sempre i lati positivi di una persona, anzi ampliamo gli spazi positivi … anche quando facciamo fisioterapia. Crediamo nel gruppo, nella sua forza didattica, nella sua capacità di integrare. Un gruppo dove ciascuno conosce quale è il compito in cui è più capace, dove tutti possono imparare attraverso un metodo esperienziale, esprimersi attraverso l’arte, stabilire un contatto con la natura grazie alle attività dell’orto-giardino e la cura delle piante.
Anche nella parte sanitaria si è scelto questo modello, l’ambiente non è medicalizzato in senso stretto, non ci sono stanzette chiuse, c’è sempre una modalità di lavoro con una significativa partecipazione e condivisione delle informazioni con gli utenti e le loro famiglie.
Che direzione ha preso Scuola Viva dopo il suo arrivo e la sua successiva nomina a Presidente?
Ci sono alcune date importanti che possono aiutarci a ricostruire la storia “in crescendo” di Scuola Viva. Cominciamo dal 1977 quando venne rilasciato il decreto autorizzativo del Ministero della Sanità che portò a 20 il numero degli utenti con disabilità.
Nel tempo venne chiusa la scuola elementare. Nel 1983 vi fu quindi una riconversione dell’attività dell’Associazione, accompagnata anche da una modifica dello statuto, privilegiando il campo sanitario in cui si erano già avuti lusinghieri successi. Negli anni ’90 poi la sfera di intervento si ampliò alle patologie dell’età evolutiva ed alle patologie a carattere neuro-motorio in ambito Ambulatoriale e Domiciliare.
Nel gennaio 1991 venne stipulata la prima Convenzione con la Asl, per 30 prestazioni diurne. La stessa venne poi aumentata, nel giugno 1991, a 60 prestazioni diurne, 20 residenziali, 60 ambulatoriali e 20 domiciliari. Finalmente, nell’ottobre del 1992 la Regione Lazio concesse il riconoscimento della personalità giuridica all’Associazione Scuola Viva.
Dal 1991 in particolare venne riconosciuta l’Ippoterapia, come prestazione in quanto realizzata da terapisti e nello stesso anno costruimmo il maneggio e diventammo Centro Regionale di riferimento per il Lazio. L’attività assistita con il cavallo è stata una delle nostre prime attività che ha avuto un grande riscontro, anche al di fuori del territorio cittadino: con l’ippoterapia (n.d.r. così veniva definito allora “l’intervento assistito con gli animali”) si raggiunsero 160 utenti.
Nel novembre 1993 il Centro, che aveva acquisito nel frattempo le strutture su cui opera attualmente ed alcune in zone limitrofe, ne attuò un’opportuna ristrutturazione ottenendo dalla Regione Lazio l’autorizzazione sanitaria al funzionamento per 60 posti semiresidenziali, 60 trattamenti giornalieri ambulatoriali e 20 domiciliari.
Sempre in quegli anni si diede vita anche a un progetto residenziale per persone con disabilità, dapprima a Ciampino, poi nei pressi della sede dell’Associazione in zona Magliana a Via Sillano e coinvolgeva 12 utenti che partecipavano anche ai nostri laboratori.
Successivamente nel febbraio del 2000 l’autorizzazione sanitaria al funzionamento venne ampliata, sulla base di nuovi locali, fino ad 80 posti semiresidenziali, 110 trattamenti giornalieri ambulatoriali e 60 domiciliari ed a luglio dello stesso anno il nostro Centro venne accreditato, dalla Regione Lazio, per lo stesso numero di posti.
Un impegno continuo, professionale e materiale, durato negli anni e che ancora prosegue. Basti pensare che in questa oasi di verde, natura e tranquillità che è oggi la sede operativa dell’Associazione Scuola Viva Onlus, un tempo c’erano anche uno sfasciacarrozze, un fabbro ed un deposito di rifiuti, terreni che abbiamo progressivamente rilevato e bonificato.
Cosa è oggi Scuola Viva?
Scuola Viva in tutti questi anni è cresciuta sui bisogni degli utenti. Come abbiamo detto, non ha perso il suo spirito originario, ma dagli anni settanta ad oggi si sono susseguiti una serie di accordi tra Scuola Viva e gli Enti Pubblici che hanno portato ad un notevole incremento dell’operatività e della specializzazione nel campo della disabilità.
Attualmente l’Associazione si pone come stimolo di una serie di iniziative, sempre nell’ottica dei principi educativi iniziali, che considerano l’individuo al centro del processo educativo-riabilitativo, nel senso di valorizzare le potenzialità che esistono in ciascuno di noi, indistintamente dal grado di autonomia.
Il nostro Centro è diventato un punto di riferimento per la formazione culturale e professionale di operatori che vengono preparati ad applicare le metodiche di insegnamento e riabilitative più attuali nel campo delle disabilità intellettive, con un focus sullo sviluppo personale e l’integrazione sociale.
I progetti sono per lo più incentrati sull’autonomia tramite interventi personali o di gruppo con l’utilizzo di terapie psicologiche, motorie, cognitive, musicali, comunicazione gestuale non verbale. Inoltre, vi sono dei laboratori di pittura, orto-giardino e serra, redazione di un giornalino, attività motorie ed espressive quali ceramica e manufatti con cartapesta, attività con animali e molto altro.
Il rapporto con le famiglie è curato con profonda attenzione, in quanto la loro partecipazione e collaborazione costituiscono uno dei presupposti per il raggiungimento dell’obiettivo riabilitativo. Gli incontri tra l’equipe del centro e le famiglie sono strettamente connessi al progetto riabilitativo.
Oltre all’insieme dei progetti di riabilitazione per giovani e adulti con disabilità intellettiva, molte delle nostre energie sono poi concentrate sul servizio di riabilitazione ortopedica, neurologica e vascolare rivolto a tutte le persone con disabilità derivanti da patologie complesse del sistema osteo-articolare e del sistema neuro-muscolare. Realizziamo con impegno e successo trattamenti di riabilitazione logopedica e cognitiva e neuro-psicomotoria per i minori di 18 anni. Infine, diamo priorità anche agli interventi nel settore domiciliare, al fine di favorire il recupero e/o il mantenimento delle potenzialità delle persone ed il miglioramento della loro qualità della vita, anche con il coinvolgimento dei familiari, grazie alla possibilità di rimanere nel proprio contesto abitativo.
Negli ultimi anni, abbiamo inoltre ottenuto la certificazione di qualità secondo la Normativa UNI EN ISO 9001:2015 per i servizi di riabilitazione territoriale in accreditamento regionale, proprio a garanzia e tutela delle persone e degli enti che ci scelgono ogni giorno.
In particolare, nel febbraio 2014, a seguito di nuove norme regionali, il nostro Centro è stato accreditato definitivamente con la Regione Lazio con decreto n. U00026 del 10/02/2014.