Dall’inizio della crisi COVID-19, le autorità pubbliche di tutta Europa non sono riuscite a fornire regolarmente garanzie ai servizi sociali in modo da poter continuare a fornire assistenza e sostegno di base alle persone con esigenze di sostegno, comprese le persone con disabilità.
L’iniziativa europea di investimento per la risposta al Coronavirus, lanciata ad aprile, fa scarso riferimento alla crisi sociale, né fornisce alcuna garanzia legale ai fornitori di servizi sociali per poter beneficiare di eventuali nuove iniziative dell’UE. E.A.S.P.D. (European Association of Service Providers for Persons with Disabilities – Associazione Europea dei fornitori di servizi per le persone con disabilità) chiede all’Unione europea di adottare misure immediate al fine di garantire che i fondi dell’UE raggiungano i servizi sociali sul campo, mitigando, così, la crisi.
Durante l’epidemia di COVID-19, i servizi sociali e la loro forza lavoro di 11 milioni di persone hanno agito con urgenza e flessibilità per garantire che le persone con disabilità abbiano accesso all’assistenza di base di cui hanno bisogno ed in condizioni di sicurezza. In tutta Europa, i fornitori di assistenza e supporto sociale hanno rapidamente adattato i loro servizi al contesto di COVID-19, per esempio nei seguenti modi:
- dando priorità al contatto faccia a faccia con gli utenti del servizio che ne hanno bisogno per soddisfare le loro esigenze di base, come ha fatto il Supporto in Catalogna, Spagna.
- spostando i loro altri servizi online per supportare gli utenti del servizio e le loro famiglie, come ha fatto Inspire a Malta.
- organizzare nel giro di pochissimo un ampio servizio di smart-working giornaliero, fornito di operatori e professionisti di alto livello, come nel caso di Scuola Viva a Roma, in Italia.
- creando forme di comunicazione di facile lettura e altre forme di comunicazione accessibili per spiegare la crisi e i cambiamenti necessari, come ha fatto Unapei in Francia.
- trasformando le loro imprese sociali per facilitare la risposta della sanità pubblica (lavanderia per gli ospedali, hotel per gli operatori sanitari, ecc. o per creare varie attrezzature (maschere, ventilatori, guanti, gel, ecc.), come ha fatto Maatwerk nelle Fiandre, in Belgio, ma non solo.
Eppure molte di queste iniziative vengono realizzate con poco o nessun sostegno da parte delle autorità pubbliche:
- nessuna garanzia di copertura dei costi correnti per il mantenimento dei servizi;
- minaccia di tagli ai finanziamenti in quanto i servizi non sono più pienamente in linea con i contratti di servizio;
- il rinvio delle opportunità di finanziamento, che potrebbe portare a lacune finanziarie;
- scarso sostegno per garantire che il personale di assistenza e supporto in prima linea abbia accesso ai dispositivi di protezione personale di base di cui ha bisogno (mascherine, ecc.).
Un efficace commento dall’ufficio centrale di EASPD a Brussels evidenzia che: “Molti fornitori di servizi sociali gestiscono i loro servizi senza alcuna garanzia di finanziamento da parte delle autorità pubbliche. Sono in gioco vite umane! Ma questo non è sostenibile a lungo termine: i salari devono essere pagati e le attrezzature devono essere acquistate. I politici e le autorità pubbliche devono sostenere le loro promesse con l’azione e garantire il finanziamento dei servizi sociali, immediatamente!
L’Unione Europea ha recentemente lanciato la “European Coronavirus Response Investment Initiative”, che mira a sbloccare 37 miliardi di euro di fondi UE inutilizzati per aiutare gli Stati membri a rispondere alla crisi. Su questa iniziativa, si ritiene che “questa iniziativa non fa nemmeno riferimento alla crisi sociale e porta zero garanzie per i fornitori di servizi sociali, così come per gli agricoltori ed altri. Questa è l’ennesima occasione mancata per l’UE di concentrarsi sul sociale, non solo sull’economia! Ciò di cui abbiamo bisogno ora è una guida chiara da parte della Commissione su come gli Stati membri dovrebbero usare questi fondi UE per garantire il finanziamento per l’assistenza ed il sostegno”.
EASPD, che rappresenta oltre 17.000 fornitori di servizi sociali, esorta vivamente la Commissione europea a farlo:
- dare un messaggio chiaro alle autorità pubbliche che il finanziamento dei servizi sociali in tutta Europa deve essere garantito con urgenza e che gli strumenti fiscali, legali e di finanziamento dell’UE sosterranno questo sforzo;
- assicurare che l’Iniziativa Europea di Investimento per la Risposta al Coronavirus porti il sostegno finanziario ai fornitori di assistenza sociale e di supporto per le persone con disabilità per assicurare la continuità dell’assistenza e del supporto in questo periodo di crisi;
- sviluppare linee guida mirate per gli Stati membri per garantire che i fondi dell’UE siano utilizzati in modo flessibile per soddisfare le reali esigenze dei fornitori di servizi sociali;
- adottare misure per promuovere la priorità dei dispositivi di protezione personale per i professionisti che lavorano nei servizi sociali per le persone con disabilità, nel contatto quotidiano con i cittadini europei più a rischio.
EASPD continuerà ad impegnarsi con le istituzioni europee per mettere in pratica queste raccomandazioni al fine di massimizzare l’impatto delle iniziative europee a livello locale.
Dr Fabrizio Fea
Direttore Sanitario ASVO – Associazione Scuola Viva Onlus
Vice Presidente EASPD – European Association of Service Providers for Persons with Disabilities
Aprile 2020
L’Associazione Scuola Viva Onlus fa parte di EASPD, (European Association of Service Providers for persons with disabilities), un’associazione riconosciuta dalla Commissione Europea che rappresenta 17.000 organizzazioni in Europa di fornitori di servizi per persone con disabilità.