La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa, cronica, lentamente progressiva, che coinvolge diverse funzioni motorie, vegetative, comportamentali e cognitive, con conseguenze sulla qualità di vita di chi ne soffre. Scopriamo insieme qualcosa di più su questa malattia che è anche il più frequente dei “disordini del movimento”.
La malattia di Parkinson deve il suo nome al medico inglese James Parkinson nato a Londra nel 1775, figlio del meno famoso chirurgo John Parkinson. Nel 1817 viene pubblicata una sua monografia a Londra sulla “Paralysis Agitans” che risulta essere una delle descrizioni più impeccabili per precisione e rigore espositivo nella storia della letteratura neuro-patologica.
L’affezione descritta da Parkinson, fu ritenuta per molto tempo come una entità clinica determinata e specifica propria per lo più di soggetti in età avanzata, cosa che si è dimostrata non veritiera nel tempo per la comparsa di manifestazioni simili in soggetti molto più giovani.
La definizione di malattia fu successivamente data dal clinico francese Charcot come “male che colpisce nel secondo periodo di vita, che modifica l’andatura, ha tendenza alla propulsione, modifica la postura e la parola, porta ad una rigidità muscolare e a deformazioni di mani e piedi e rallenta l’esecuzione dei movimenti”.
Una definizione
Il morbo (malattia) di Parkinson (MdP) viene oggi definita come una entità nosologica ad eziologia sconosciuta, la cui insorgenza è caratterizzata da: tremore ipo o acinesia, rigidità ad evoluzione lentamente progressiva, mentre anatomo-patologicamente da: un processo degenerativo che interessa le strutture tronco encefaliche con particolare ed elettiva localizzazione a carico dei neuroni della substantia nigra del Sommering, tanto da non essere più presente, nel tempo, nei soggetti colpiti.
Anatomia normale
Il MdP è una malattia che interessa prevalentemente il Sistema Extrapiramidale; è questa una entità filogeneticamente più antica rispetto al Sistema Piramidale, che comprende l’insieme dei nuclei grigi di fibre afferenti ed efferenti situati nelle regioni sotto-corticali e sotto-talamiche: il corpo striato (Putamen e Nucleo Caudato), il globo pallido, il nucleo subtalamico di Luys, la sostanza nigra del Sommering, (pars reticulata e pars compacta), il nucleo rosso ed altre formazioni minori.
Neurofisiopatologia
Il reperto anatomo-patologico fondamentale che caratterizza il MdP è la degenerazione della substantia nigra. Questa avviene sostanzialmente nella zona compatta, maggiormente rappresentata da cellule e quindi intensamente più attiva nella sintesi del neuro-trasmettitore DOPAMINA (DA). Peraltro i processi degenerativi, riconducibili ad atrofia neuronale con successiva liberazione di pigmento melanico nel parenchima circostante, gliosi reattiva ed azione fagocitaria, coinvolgono anche la zona reticolare ed in maniera più sfumata il pallido, il putamen, l’ipotalamo e la corteccia.
Sintomatologia
La MdP ha solitamente un inizio insidioso, ad andamento progressivo ed ingravescente, pur riscontrandosi frequentemente parziali remissioni ed esacerbazioni.
I sintomi caratteristici da lesione del sistema extrapiramidale possono riassumersi in:
DISCINESIE
- Tremore: può essere definito come una oscillazione ritmica involontaria, più o meno regolare di una parte del corpo, e consiste, classicamente in una flesso-estensione o in una abdo-adduzione delle dita o delle mani ed in una prono-supinazione delle mani. È presente nell’80 % dei casi ed è spesso il primo sintomo osservabile, costituito da movimenti involontari, ritmici, uniformi, abbastanza lenti ed ampi (4- 7 al sec.). Il tremore può restare limitato ad un solo lato, ma col tempo coinvolge anche l’altro, si manifesta a riposo, si riduca nei movimenti ampi e si accentua nei movimenti fini. Nel corso della malattia può attenuarsi e ridursi con l’aumento dell’ipertonia.
- Acinesia: fenomeno che può essere definito come estrema povertà di movimento, si riduce la frequenza dell’ammiccamento (blink) oculare, il volto manca di movimenti espressivi e la deglutizione è rallentata.
- Bradicinesia: Lentezza nei movimenti con notevole aumento del tempo di latenza tra il comando e l’esecuzione
DISTURBI DEL TONO MUSCOLARE
- Rigidità: In questa forma di ipertonia plastica i muscoli sono costantemente tesi. La rigidità è presente in tutti i gruppi muscolari, flessori ed estensori, ma è preminente in quei gruppi che mantengono un atteggiamento in flessione. L’aumento della resistenza ai movimenti passivi caratterizza la rigidità che, al contrario della ipertonia spastica piramidale, non è preceduta dal cosiddetto intervallo libero e una volta lasciato libero, l’arto non tende a riassumere la posizione iniziale come accade nella spasticità. Fenomeno caratteristico è quello della cosiddetta ‘ruota dentata’ che si percepisce come movimento a scatti durante la flesso estensione passiva.
- Andatura: l’andatura del parkinsoniano è caratterizzata dalla difficoltà che la persona presenta nell’iniziare il movimento (festinatio). Egli tende a marciare sul posto per poi partire con il tronco flesso in avanti come ad inseguire il proprio baricentro; durante la marcia il tronco è piegato in avanti le braccia sono flesse ed attaccate al corpo, non sono presenti i movimenti pendolari, le gambe sono flesse e rigide, i passi sono piccoli ed i piedi strisciano al suolo
- Difetto del riflesso posturale: il paziente cade quando viene improvvisamente urtato o spinto, perché incapace di eseguire i necessari aggiustamenti atti a mantenere l’equilibrio.
- Dolore: algie di tipo crampiforme, urente o trafittivo o parestesie sono frequentemente riferite dai pazienti come sintomi di esordio della malattia e spesso precedono anche di anni le manifestazioni di altri sintomi
- Disturbi della parola: difficoltà ad iniziare un discorso, parole che si ripetono (ecolalia), difficoltà nella produzione del linguaggio.
- Disturbi della deglutizione e disfagia: nelle fasi più avanzate con rischi di complicanze (polmoniti ab ingestis)
DISTURBI PSICHICI
- Depressione: la depressione del tono affettivo è il più frequente dei sintomi psichici, (60% circa); può precedere l’esordio o insorgere durante il percorso.
- Demenza: a questo proposito la demenza è stata ridimensionata nella percentuale di associazione tra e Malattia di Alzheimer, sembra, infatti, che solol’8- 10 % dei pazienti parkinsoniani presenti sintomi compatibili con demenza degenerativa, di poco superiore rispetto a quella attesa in una popolazione di pari età.
- Bradifrenia: disturbo della funzione intellettiva difficilmente distinguibile dalla demenza, è caratterizzato dalla lentezza nella elaborazione del pensiero, disattenzione e diminuita concentrazione
Tali sintomi sono spesso presenti contemporaneamente seppur con una prevalenza dell’uno o dell’altro.
La Riabilitazione nella Malattia di Parkinson
Per i pazienti con MdP l’obiettivo della fisioterapia è quello di migliorare la qualità della vita, mantenendo o aumentando l’indipendenza, la sicurezza ed il benessere, raggiungibile attraverso la prevenzione delle cadute, col mantenimento della funzione articolare e riducendo le limitazioni nelle attività.
> Terapia fisica, cognitiva, logopedica.
Gli obiettivi si possono stabilire mediante un percorso dipendente dalla gravità della malattia che può essere suddivisa in tre fasi:
fase precoce: persone con poche limitazioni funzionali
- Scala Hoehn & Yahr da 1 a 2,5
- obiettivo: prevenire l’inattività. Prevenire le cadute. Preservare e migliorare la capacita fisica (capacità respiratoria, forza muscolare, mobilità articolare)
fase intermedia: sintomi medio-gravi, performance ridotta, problemi di equilibrio aumento del rischio di cadute
- Scala Hoehn & Yahr da 2 a 4
- obiettivo: preservare e stimolare l’attività con esercizi relativi a trasferimenti, postura corretta, equilibrio, cammino.
fase avanzata: persone costretti a letto o su carrozzina ortopedica
- Scala Hoehn & Yahr 5
- obiettivo: preservare le funzioni vitali e prevenire complicanze dolorose (contratture) e lesioni da decubito
Come può aiutarti il nostro Centro di Riabilitazione?
A Scuola Viva consideriamo la riabilitazione un processo volto alla soluzione di problemi e di educazione, nel corso del quale si porta una persona con disabilità a raggiungere il miglior livello di vita concepibile sul piano fisico, funzionale, sociale, emozionale, affettivo e relazionale, con la minor restrizione possibile delle proprie scelte operative, pur nell’ambito dei limiti della menomazione e delle risorse disponibili.
Il Morbo di Parkinson è tra le principali patologie trattate presso il settore di Riabilitazione neurologica di Scuola Viva dove affrontiamo:
- Morbo di Parkinson e parkinsonismi
- Ictus e postumi di ictus cerebrale
- Sclerosi multipla
- Malattie neuro-muscolari (ad esempio miopatie e distrofie muscolari)
- Postumi di interventi neuro-chirurgici
Scuola Viva si avvale di una équipe di medici fisiatri, neurologi, oltre a fisioterapisti, logopedisti, psicologi ed assistenti sociali, e di palestre attrezzate e strumentazioni specifiche per la riabilitazione.
La possibilità di usufruire delle prestazioni erogate in accreditamento dal nostro Centro si basa sulle leggi e sulle disposizioni regionali vigenti che prevedono la “presa in carico” delle persone con disabilità, definendone i criteri.
I progetti di riabilitazione neurologica che si svolgono in regime ambulatoriale o domiciliare seguono due percorsi differenti per l’inserimento nelle liste di attesa e l’accesso ai relativi servizi.
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Dott.ssa Maria Grazia Altibrandi, neurologa, Associazione Scuola Viva Onlus